Sabina Sciubba, nota “femme fatale”, ha una lunga relazione con Naim Label. Nel 1994, a 19 anni, la sensualissima cantante è stata scoperta ad Amburgo dal virtuoso chitarrista di Naim Antonio Forcione. La loro collaborazione, “Meet Me In London” (1998) è un classico audiofilo e l’album più venduto nella storia dell’etichetta. La singolare carriera di Sabina è iniziata così: viveva a New York ed era la cantante dei Brazilian Girls (sotto contratto nel 2013 con Verve, etichetta americana di jazz), una specie di Scissor Sister elettro-punk d’avanguardia con una sola ragazza (Sabina) e senza brasiliani. Sabina era, e resta, un enigma sia vocale che visivo, che canta in quattro lingue (inglese, tedesco, francese e italiano), con gli occhi sempre nascosti da una pettinatura concettuale e con una mise che Lady Gaga approverebbe (l’abito che si gonfia sembra uno sfiato per l’areazione in tessuto increspato).
Oggi, dopo essersi trasferita a Parigi nel 2009, la fine vicina della pausa con la band e la nascita di due figli, finalmente torna a casa, torna in Naim Label con il suo primo album da solista, “Toujours”, un convincente paesaggio incantato, intimo, narcotico che potrebbe essere definito la versione parigina e divertente dei “Velvet Underground & Nico”.
“Non ho ascoltato tantissimo i Velvet Underground, ma è una colonna sonora adatta alla vita reale”, ci dice, con il suo accento basso, pan-europeo, da vera cittadina del mondo, nata a Roma e cresciuta a Monaco di Baviera e Nizza. “Volevo qualcosa che fosse adatto a un pubblico più contemplativo. Talvolta con i Brazilian Girls pensavo “voglio che la gente senta la mia voce e invece questi ballano e urlano!”